ABC Elettrico

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    300
    Location
    Ghemme (NO)

    Status
    Offline
    abc

    Molto spesso capita di dare per scontate alcune nozioni che altri, provenendo dai "mondi" più disparati, non possiedono perché non hanno avuto occasione di apprenderle durante la propria formazione.
    Lo scopo di questo post è, quindi, fornire passo dopo passo le nozioni base elettriche ed elettroniche, imprescindibili, che potranno aiutare tutti i modellisti a risolvere quei piccoli problemi elettrici che potranno loro presentarsi.
    Sarà un post destinato a crescere nel tempo anche attraverso le domande che arriveranno dagli altri iscritti al forum ed è aperto al contributo di tutti. La parola d'ordine dovrà essere semplicità e... nulla è scontato!
     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    300
    Location
    Ghemme (NO)

    Status
    Offline
    TENSIONE, CORRENTE E RESISTENZA

    I primi elementi sui quali a volte non si hanno le idee chiare sono proprio le tre grandezze elettriche citate: Tensione, Corrente e Resistenza.
    Facciamo un esempio grafico che spero possa aiutare a conoscerle meglio.

    paragone_idraulico

    Prendiamo due recipienti e poniamoli a livelli differenti. In quello a livello più alto mettiamo dell'acqua e inseriamo un tubetto in modo tale che l'acqua possa raggiungere il recipiente a livello inferiore.

    Facciamo ora delle analogie.
    Come la differenza di altezza dei due recipienti (che si chiama anche differenza di potenziale) spinge l'acqua ad andare da un recipiente all'altro, così la Tensione elettrica (che, guarda caso, anch'essa viene spesso chiamata Differenza di potenziale) spinge la corrente elettrica ad andare dal polo a potenziale più alto (per convenzione il positivo) verso il polo a potenziale più basso (polo negativo).
    Nel nostro paragone idraulico, l'acqua che scorre nel tubo rappresenta la corrente elettrica.
    E il tubo? Il tubo rappresenta il conduttore elettrico.

    Nel disegno è stata rappresentata anche una "strozzatura" del tubo. Si intuisce che l'acqua fatica a passare nel tratto di sezione inferiore. Incontra quindi una resistenza.
    Allo stesso modo in un circuito elettrico può essere inserito qualcosa (una lampadina, un motore, un resistore) che rappresenta un "freno" alla circolazione di corrente e che presenta una certa resistenza.

    Da notare che il volume di acqua che secondo per secondo arriva alla strozzatura è uguale a quello che esce dalla strozzatura in quanto non ci possono essere punti di accumulo del liquido.
    Analogamente se si collega un resistore in un circuito elettrico, la corrente che entra nel resistore è uguale a quella che esce dal resistore!

    Cominciamo quindi a definire le prime grandezze elettriche.
    - Tensione o Differenza di Potenziale - Simbolo: V - Unità di misura: volt (V)
    - Corrente elettrica (o, più semplicemente, corrente) - Simbolo: I - Unità di misura: ampèrè (A)
    - Resistenza elettrica (o, più semplicemente, resistenza) - Simbolo: R - Unità di misura: ohm (Ω)

    Queste tre grandezze solo legate tra loro dalla legge di Ohm: V = R * I, pertanto conoscendo uno dei due valori è possibile ricavare il terzo.

    Di seguito il circuito elettrico più elementare: una pila, con i suoi poli positivo e negativo ai quali è collegato un resistore.

    circuito01

    Edited by Stefano Maulini - 16/4/2024, 16:10
     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Advanced Member

    Group
    Administrator
    Posts
    1,729
    Location
    Milano

    Status
    Online
    Grandissimo. Ottima idea.
     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    300
    Location
    Ghemme (NO)

    Status
    Offline
    MISURA DI TENSIONE E ACCORGIMENTI PER LE MISURE

    Quello riprodotto in figura è un multimetro di prezzo contenuto che può andare benissimo per i nostri scopi.
    Per la misura della tensione si inserirà il puntale di colore nero nella boccola contrassegnata da “COM” (che sta per morsetto “comune” alle varie grandezze) e quello rosso nella boccola contrassegnata con V-Ω-mA (boccola da utilizzare per misurare tensioni, resistenze e correnti).

    multi01

    La sezione dedicata alla misura di tensioni in corrente continua (della corrente alternata parleremo più avanti, dato che per il campo modellistico la corrente continua fa da padrona) è quella con l’indicazione DCV (all’inglese, Direct Current Voltage, ovvero Tensione continua).

    multi02

    Si vedono indicati diversi valori: 1000, 200, 20, ecc. Questi rappresentano la portata dello strumento, ovvero la grandezza massima misurabile per ciascuna delle posizioni che può assumere il selettore.
    Occorre scegliere sempre la portata immediatamente superiore alla quantità da misurare. In caso di dubbio si parte dalla portata maggiore e la si diminuisce gradualmente.
    A questo punto i puntali dovranno essere posizionati agli estremi dei punti tra i quali si vuole misurare la differenza di potenziale (cioè la tensione) e sul display comparirà il suo valore.
    E se sullo schermo il valore fosse preceduto da un segno meno? Significa semplicemente che quello che noi ipotizzavamo fosse il polo positivo è invece il negativo e viceversa.

    multi03

    Supponiamo di voler misurare la tensione ai capi di una pila.
    Nella simulazione si è voluto riferirsi a un caso reale: il multimetro segna infatti più di 9V anche se sulla pila il valore nominale indicato è di 9V.
    Riprenderemo più avanti questo aspetto.
    Cosa succede se si misura la tensione di quella batteria con la portata 20V?
    Il display di questo multimetro può indicare valori numerici compresi tra 0 e 1999, con la virgola che può spostarsi in qualunque punto compreso tra una cifra e l’altra.
    Con la portata scelta ora il display può misurare fino a 19,99V, quindi mostra 9,13V ovvero un valore con due cifre decimali. La virgola, con il selettore su questa portata, rimane fissa al centro del display.
    Se si sceglie la portata 200V, il multimetro si predispone per misurare fino a 199,9V, la virgola si sposta di una posizione verso destra e lì rimane!
    Collegando la pila, il cui valore di tensione è di 9,13V, il display mostrerà perciò 9,1V (quindi si perde un decimale).
    Se addirittura si scegliesse la portata 1000V, la virgola si sposterebbe ulteriormente verso destra (ovvero sparisce) e la lettura diventerebbe 9V, perdendo una ulteriore cifra decimale.
    Ecco perché la portata deve essere scelta in modo tale che sia immediatamente superiore a quella della grandezza da misurare.
     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Italicissimo semiprincipiante

    Group
    Administrator
    Posts
    11,573
    Location
    Roma

    Status
    Offline
    Ottima idea ed eccellenti spiegazioni
     
    Top
    .
  6.  
    .
    Avatar

    Member

    Group
    Member
    Posts
    300
    Location
    Ghemme (NO)

    Status
    Offline
    CORTO CIRCUITO E SOVRACCARICO

    Prima di affrontare la misura di corrente, occorre parlare dei rischi legati al corto circuito (spesso scritto anche unito, cortocircuito) e al sovraccarico.

    CORTO CIRCUITO

    cc01

    Credo che tutti, intuitivamente, comprendano che quello rappresentato nell’immagine è un corto circuito.
    Collegando infatti i due poli della batteria con un filo conduttore senza la presenza di qualcosa che limiti la corrente (un resistore, una lampadina, un motorino elettrico, ecc.) questa assume valori molto elevati che hanno una serie di conseguenze:
    1. Il filo di rame si surriscalda e danneggia l’isolante il quale, in casi estremi, può prendere fuoco con le conseguenze del caso.
    2. La batteria si scarica inutilmente.

    Finché si parla di piccole batterie il rischio è limitato in quanto l’energia immagazzinata nelle stesse si esaurisce rapidamente prima che si possa arrivare a grossi danni.

    cc02

    Se la tensione è erogata da un alimentatore, questo ha ipoteticamente “energia illimitata” e, quindi, il corto circuito potrebbe avere conseguenze più pesanti. Fortunatamente gli alimentatori moderni spesso hanno un sistema automatico di interruzione della corrente in caso di superamento di quella massima erogabile, ma non sempre è così (e non è il caso di sottoporre l'alimentatore a questo stress).

    cc03

    Se poi la corrente fosse erogata da una batteria al piombo o comunque da una di quelle per automobile, il corto circuito sicuramente arriverebbe a far bruciare l’isolante posto sul cavo in pochi istanti e il suo incendio è garantito in quanto le stesse sono in grado di erogare correnti continue molto elevate.

    cc04

    Se infine la batteria fosse agli ioni di litio, stile quelle installate negli smartphone oppure droni, veicoli radiocomandati, ecc. la corrente elevata erogata in caso di corto circuito può provocare una reazione nella stessa con conseguente incendio/scoppio della batteria stessa.

    Il corto circuito è quindi sempre qualcosa da evitare assolutamente e da non prendere alla leggera.
    Ciò che caratterizza il corto circuito è pertanto la presenza di una corrente molto maggiore di quella massima prevista che può provocare danni irreparabili in un tempo brevissimo.


    SOVRACCARICO

    Il sovraccarico rappresenta una condizione in cui si chiede, ad esempio, a un alimentatore o a una batteria di erogare una corrente maggiore di quella massima (di solito dichiarata come nominale) per la quale sono stati progettati, ma non così elevata da rappresentare un corto circuito.

    Per comprendere i termini della questione, potremmo immaginare di avere realizzato l’illuminazione del plastico con lampioncini dotati delle classiche lampadine a incandescenza. Supponiamo di non aver fatto le opportune valutazioni e aver acquistato una alimentatore in grado di erogare al massimo 1A mentre il complesso delle lampadine ne assorbe 1,5.

    cc05

    Se l’alimentatore non ha una protezione interna, questo tenterà di erogare la corrente necessaria, riscaldandosi oltre il valore di progettazione e invecchiando precocemente.
    Certo, se all’alimentatore da 1A chiediamo di erogarne 10, ci stiamo spostando dal caso del sovraccarico a quello del corto circuto!

    Il sovraccarico è quindi una condizione di funzionamento non corretta, può essere tollerata per breve tempo, ma ha come conseguenza l’invecchiamento precoce delle apparecchiature, quindi è tollerato per qualche istante ma va eliminato il prima possibile.

    Come proteggersi da sovraccarico e corto circuito?

    1. Per evitare il corto circuito porre particolare attenzione e cura nella realizzazione dei cablaggi.
    2. Verificare che l’alimentatore sia protetto da sovraccarichi e corto circuiti.
    3. Inserire in serie al circuito un fusibile con corrente nominale pari alla corrente nominale dell’alimentatore.
    NB: la scelta della corrente nominale del fusibile va fatta anche sulla base della sezione del conduttore, ma difficilmente le correnti in circolazione nei nostri impianti modellistici superano la portata dello stesso.

    cc06
    Portafusibili "volante" adatto per essere collegato direttamente in serie all'alimentatore.

    cc07
    Portafusibili da circuito stampato con fusibile installato.

    Quando una corrente può essere considerata di sovraccarico e quando di corto circuito?
    Non esiste una soglia precisa, ma ci si può rifare al caso dei nostri impianti elettrici domestici.

    cc08

    Quello riprodotto è un interruttore magnetormico da 10A come quelli normalmente installati nelle nostre abitazioni (mi raccomando, non è un "salvavita", il cui nome corretto è, tra l'altro, interruttore differenziale).
    Ha il compito di proteggere la linea elettrica collegata ai suoi morsetti di uscita da sovraccarichi e corto circuiti.
    Questo modello, definito "Curva C", è quello standard e funziona così:

    - Fino a 10A non interviene.

    - Tra 10A e 50A interviene con un certo ritardo.
    Più la corrente in uscita è grande e più questo intervallo di attesa è breve. Ciò viene realizzato inserendo in serie ai morsetti di uscita una coppia di lamine di materiale differente che, riscaldandosi per il passaggio di corrente, flettono leggermente fino a curvarsi al punto da interrompere il circuito e far abbassare la leva dell'interruttore. Si comprende intuitivamente che più è alta la corrente e più velocemente le due lamine si separano. Dopo lo "scatto" per sovraccarico l'interruttore si può riarmare solo dopo averlo lasciato raffreddare. Se si prova infatti a risollevare la levetta questa riscatta immediatamente. Inoltre al tatto la parte anteriore dell'interruttore risulterà tiepida.

    - Oltre 100A interviene immediatamente.
    Questo è possibile perchè sempre in serie ai morsetti di uscita è collegata la bobina di un relè che oltre i 100A genera una forza sufficiente a "sganciare" istantaneamente la levetta dell'interruttore. Dopo lo "scatto" per corto circuito l'interruttore (se il corto circuito viene individuato e prontamente eliminato) può essere immediatamente "riarmato" e al tatto risulterà freddo.

    Abbiamo deviato un po' dai nostri circuiti in bassa tensione, ma spero che l'esempio sia stato utile a chiarire gli ordini di grandezza di sovraccarico e corto circuito.
    Come? Cosa succede nei nostri interruttori domestici da 10A di corrente nominale se percorsi da correnti comprese tra 50 e 100A?
    Dato che la normativa non può pretendere che tutti gli interruttori di tutti i costruttori siano identici, lascia questo margine per considerare efficace l'interruttore nella protezione da sovraccarico e corto circuito. Comprati 100 interruttori, uno scatterà per corto circuito già a 55A, uno a 80A, uno a 99A, uno a 51A, ecc.
     
    Top
    .
5 replies since 15/4/2024, 21:08   106 views
  Share  
.